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La pelletteria traina il settore della moda

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Il settore della moda è sempre trainato dall'abbigliamento e dalla pelletteria, e si conferma un sistema solido e dalle prospettive rosee: questo, almeno, è ciò che si può dedurre prendendo in esame gli esiti della ricerca condotta dall'Osservatorio sul Sistema Moda di Firenze, che ha effettuato, attraverso il Centro Studi di CNA Firenze, una indagine statistica che è stata coordinata dal professor Gaetano Aiello, docente dell'Università degli Studi di Firenze. L'indagine, che ha messo in evidenza anche la posizione parzialmente defilata del calzaturiero, ha analizzato un campione costituito da più di 500 imprese artigiane del settore manifatturiero, in rappresentanza delle quasi 5mila imprese di questo comparto che sono attive nel capoluogo toscano, inclusa la provincia.

Pelletteria, un settore in salute

Ebbene, si è potuto notare che la produzione è per la maggior parte contoterzista, per una percentuale che sfiora il 65%, in contrapposizione a una produzione in conto proprio che non raggiunge il 18%; tutto lascia pensare, per altro, che questa tendenza si confermerà anche nel prossimo futuro, a causa delle grandi difficoltà che sono state riscontrate dai produttori in conto proprio soprattutto dal punto di vista della promozione e della comunicazione del proprio marchio online. Insomma, Internet, gli e-commerce e in generale il digital marketingpaiono aver colto di sorpresa i produttori in proprio, che hanno palesato una notevole carenza di competenze che non sempre è stata bilanciata attraverso il ricorso ad agenzie di web marketing specializzate, anche per i costi che ciò avrebbe comportato.

La conseguenza va individuata anche in una certa difficoltà a posizionarsi sul mercato di riferimento: da un lato si mette in vendita un prodotto di qualità e caratterizzato da finiture di classe, ma dall'altro lato il successo rischia di non arrivare se non si può contare su un'immagine solida e paragonabile a quella dei brand più celebri, magari con una lunga storia alle spalle. Questo mix di ragioni, insomma, induce diverse realtà ad evolversi, e a scegliere la via della produzione conto terzi.

Il mercato di riferimento

La pelletteria fiorentina e il resto del settore della moda continuano a trovare in Italia il mercato di riferimento, con quasi il 90% delle imprese che opera nel nostro Paese, anche se non mancano le aziende che decidono di estendere i propri confini, soprattutto se hanno la certezza di aver già conquistato un ruolo di primo piano da noi. Sul mercato europeo fa affidamento il 24% dei brand, ma sono distanziati di poco il mercato americano, che si ferma al 22%, e quello asiatico, appena un punto percentuale sotto.

Le prospettive

Per il 39% il target dei clienti è di lusso: solo per il 3% è basso, mentre il target medio si ferma al 16% e quello alto arriva al 42%. Per quel che riguarda il modus operandi, la competizione internazionale viene affrontata in ogni caso, o in maniera diretta, quando si lavora per i clienti esteri, o in maniera indiretta, quando si lavora per i brand di maggior prestigio. Gucci è la griffe con la quale le aziende del territorio fiorentino lavorano di più, mentre sono molto distanziati gli altri marchi come Dolce e Gabbana, Prada, Fendi e Bottega Veneta.

Un'impresa su due, infine, fa notare come necessità primaria da soddisfare l'individuazione di talenti per il futuro: i modellisti, i macchinisti, i sarti addetti ai macchinari di tintura e gli addetti al montaggio delle borse da banco. Tutte professionalità artigiane che forse oggi vengono trascurate, e di sicuro scarseggiano fra i ragazzi.