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La Toelettatura del Barbone Samarcanda .net

In ben poche razze l’ intervento umano sull’aspetto esteriore è evidente come nel Barbone,
lo standard cita : “Cane di tipo armonioso, di medie proporzioni, col caratteristico pelo riccio o cordato”
Partendo da questa sommaria descrizione introduttiva, si arriva poi, ad elencare e descrivere le toelettature ammesse ufficialmente
La descrizione di queste toeletteture, ad un attenta lettura, permettono un’ interpretazione personale e lasciano una certa libertà all’ allevatore, o all’ appassionato, che si appresta a preparare il suo barbone per le esposizioni.
Nell’ arco degli anni le linee epositive sono cambiate, come del resto è cambiata la razza, subendo un’evoluzione; è variato quindi anche il modo di gestire il mantello del barbone, che risulta molto diverso da quello di 30 anni fa . Oggi guardando i barboni nei nostri ring, pettinati e spazzolati alla perfezione, risulta persino difficile definirli cani a pelo riccio.
Tornando alle toelettature ammesse, la prima descritta nello Standard è quella chiamata “alla Leoncino” ribattezzata dagli appassionati Leon o Continental .
Questa tolettatura è la più antica e caratteristica della razza. Ci ricorda le originarie funzione del barbone , quella di cane da riporto in acqua: a questo scopo il posteriore veniva rasato per facilitare i movimenti del cane nel lavoro , mentre la parte anteriore veniva lasciata coperta per proteggerlo mentre si inoltrava nei canneti.
Questa toelettatura molto diffusa alle origini , ebbe dei periodi più o meno fortunati a seconda delle mode. Oggi è facilissimo vederla nei soggetti di grande mole, è però possibile osservarla anche in qualche barbone di taglia inferiore.
In questo tipo di toelettatura tutti i pregi e gli eventuali difetti sono messi in evidenza ,in quanto il pelo rasato corto non lascia spazio ad eventuali correzioni ,o camuffamenti, allo scopo di nascondere un’ angolazione magari un pò mancante o una groppa non perfetta.
Questa toelettatura ha subito alcune varanti nel corso degli anni: per quanto riguarda la rasatura del posteriore ,che nello standard lo si vuole tosato “fino alle costole”, mentre ora, per conferire maggior compattezza al cane, si tende a lasciare il pelo fino ai reni ,all’ altezza dei quali parte la mantella, che forma un tutt’uno di pelo fino al cranio, all’apice del quale, il ciuffo viene raccolto con degli elastici e fissato con spray in modo da conferirgli in aspetto compatto . In questa toelettatura possono essere presenti o meno motivi sul posteriore.
Per la “Leoncino” (o Leon o Continental) toelettatura nello standard è richiesta anche la presenza dei baffi per i soggetti di qualsiasi taglia , cosa che però è andata perdendosi , già dalla metà degli anni 80. Oggi è praticamente impossibile vedere in esposizione soggetti che non abbiano il muso completamente rasato.
Alla toelettatura alla “Leoncino “ lo standard aggiunge la toelettatura “all’ Inglese”, che praticamente, pur mantenendo invariate le caratteristiche riguardanti la mantella , lascia più libertà di interpretazione per ciò che riguarda la lunghezza del pelo sugli arti , in quanto, sono ammessi “ braccialetti e manicotti” che negli anni si sono poi trasformati in pantaloni, che seguono la linea e accentuano le angolature posteriori del cane .
Sono nate cosi le Linee dette alla “Puppy”, con diverse varianti, tra le quali : di tipo “Scandinavo” ; con posteriore squadrato , garretti voluminosi e mantella che sale gradatamente verso la parte anteriore del cane , il tipo classico” Francese”: con il posteriore arrotondato , meno pelo sugli arti e la mantella anch’essa più arrotondata .
Esiste poi un ulteriore variante di tipo “Inglese classico” con il posteriore diviso in tre segmenti arrotondati e l’ anteriore rasato con pon pon finale .
Lo Standard prevede un ulteriore toelettatura: la 1960 che prende il nome dall’ anno in cui fu riconosciuta ufficialmente . Questa linea chiamata anche “moderna”, pur avendo conosciuto attimi di gloria intorno agli anni 80, ora non è molto apprezzata dagli espositori ed è difficile vedere nei ring Italiani cani in carriera, toelettati in questo modo, mentre è ancora molto diffusa in altri paesi come la Germania .
La 1960 è un tipo di toelettatura che pur non riscuotendo grande successo tra gli espositori è la più amata dal grande pubblico, in quanto, conferisce al barbone un aspetto più “normale” ed è di più facile gestione da parte del proprietario .
In questa linea il pelo viene accorciato su tutto il corpo, mentre viene mantenuto di buona lunghezza sugli arti e sulla testa , il tutto ovviamente sfumato a forbice, in modo che il cane abbia un aspetto più possibile naturale .
In tutte queste toelettature il pelo sui piedi andrà rasato in modo da poterne valutare la forma.
E’ d’uso rifinire il barbone da show a bordo ring , dandogli gli ultimi ritocchi ,lisciando il mantello a forbice in modo da conferire al suo pelo un aspetto vellutato e compatto. Gli si raccoglie il ciuffo sulla sommità del cranio con degli elastici ,di colore adeguato a quello del pelo del cane , rifinendo poi il tutto con degli spray, che debbono però limitarsi alla testa e a parte del collo, in modo da dare al giudice la possibilità di valutare la tessuta di pelo del soggetto.
Il Barbone con tutte le sue toelettature e varianti , ( premetto che mi sono limitata a citare solo quelle ufficiali) ci permette quindi di avere tanti cani in uno, è un cane eclettico dai mille aspetti , che ben si adatta alle esigenze e ai gusti di ognuno di noi.
Non è un cane facile da esporre , perché oltre alla cura del pelo , il proprietario deve anche sapere usare le forbici ,o trovare chi lo faccia per lui, cosa non sempre facile.
Quando però, si vede un bel barbone , ben toelettato, ben costruito, che muove veloce e sicuro nel ring con la sua inconfondibile classe e presenza, ci ripaga in un solo istante di tutto gli sforzi fatti per tenerlo la meglio delle condizioni . I vari piazzamenti dei Barboni, nelle svariate taglie, nei vari podi dei Bis o delle più importanti expo mondiali, sono la prova tangibile della qualità e classe dei soggetti “made in Italy” e della capacità degli handler, degli allevatori e dei toelettatori Italiani.
 
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